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Nuovo Ospedale: “Condivise le preoccupazioni degli abitanti sull’area 5”

Le preoccupazioni sollevate dagli abitanti delle vie adiacenti alla cosidetta area 5 (Podere Cascine) dove la nuova Sindaca vorrebbe costruire il nuovo ospedale di Piacenza, cambiando la destinazione già definita dalla nostra Amministrazione, sono esattamente le valutazioni che ci hanno portato, negli anni scorsi, a scegliere un’altra area.

Evidentemente, mi si conceda, il tour dei bar non è stato così approfondito da capire cosa davvero la gente pensi e quali siano le esigenze e le necessità dei piacentini

Come ho già avuto modo più volte di ribadire, l’Amministrazione che rappresentavo e la maggioranza in consiglio comunale hanno scelto l’area 6 (Farnesiana) esclusivamente sulla base di analisi oggettive compiute da un tavolo tecnico composto da Regione, Ausl, Comune e Provincia che ha valutato le zone della città idonee alla costruzione di un ospedale. Tra queste, è stato poi valutato come l’area 5 si trovi chiusa tra case e insediamenti , con evidenti problemi di viabilità di difficile soluzione e, non ultimo, nelle immediate vicinanze dell’hospice Casa di Iris a cui si deve grande attenzione proprio per rispetto a quell’ utenza che necessita di cure particolari in quel luogo.

L’improvvida decisione avanzata oggi dalla Giunta di sinistra, con l’incomprensibile avallo della omologa Regione Emilia-Romagna, invece mi pare dettata unicamente dalla volontà di accondiscendere, come peraltro ammesso dall’attuale maggioranza in qualche intervista, a promesse elettorali e/ o a ragioni esclusivamente politiche. Ma la salute è di tutti. Mi auguro quindi che, proprio perché la campagna elettorale è terminata, si abbia l’umiltà di capire che intestardirsi su questa strada non fa certo il bene della comunità, non solo degli abitanti di questa zona, ma di tutti i cittadini di Piacenza e dell’intero territorio provinciale che il nuovo ospedale sarà chiamato a servire.

A meno che, dopo aver allungato i tempi di almeno 5 mesi nell’iter per la necessità di avere un’integrazione dello studio di fattibilità adeguato alla nuova destinazione, l’obiettivo di qualcuno non sia proprio quello di non costruirlo più.